Pubblicato su “La Giornata Tipo” il 7 maggio 2020.
Il 7 maggio del 1989 Craig Ehlo, la guardia dei Cleveland Cavaliers,
subisce l’iconico canestro passato alla storia come “The Shot”.
Facciamo un esperimento. Vi ricordate di Craig Ehlo, biondo mestierante NBA che solcava i campi di gioco a cavallo fra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 del secolo scorso? Probabilmente i più attenti e diligenti se lo ricordano come un discreto giocatore, buon tiratore e arcigno difensore. I più appassionati invece per un altro motivo: come una vittima designata.
Infatti, proviamo ora a digitare la keywords “Craig Ehlo” su google e osservare come di consueto l’elenco delle prime voci che compaiono: la biografia su wikipedia italia, la biografia su wikipedia in lingua inglese e via via tutte le altre. Benissimo. Soffermiamoci sulle immagini correlate e improvvisamente in primo piano chi compare? Ebbene sì, compare Michael Jordan. Ed Ehlo?
Nell’immagine principale, che dovrebbe essere selezionata dall’algoritmo per rappresentarlo, Ehlo è sullo sfondo, lo si vede appena. Sfocato, lo si intuisce più che altro. Lo si percepisce grazie alla sua chioma bionda e alla divisa bianca che si stacca cromaticamente dalla figura esultante in primo piano, un ben più riconoscibile Jordan fotografato allo zenit di un ideale balzo verso il successo planetario. Ehlo ha il braccio destro alzato e sembra sul punto di accasciarsi al suolo, come se fosse stanco, sopraffatto, vinto da qualcosa che è appena successo, un evento tuttavia più grande di lui.
Ehlo appare sconfitto dall’iconicità di un’azione sportiva che lo ha appena relegato ai margini della storia. Oppure co-protagonista di un’azione che ha dato il via alla legacy di uno dei più grandi sportivi mondiali e forse del più grande cestista di sempre.
Sì, perché la giocata, rinominata “The Shot” con quella tipica enfasi nordamericana nel cristallizzare di volta in volta il momento in eterno, è stata il suo primo canestro sulla sirena in una serie di playoff ed è ricordata come la prima di una lunga serie di azioni iconiche che Jordan ha compiuto nella sua carriera. Ed Ehlo ne è stato ignaro facilitatore.
Ma com’è che il ricordo di un due volte All-Star, che ha giocato in tutto 14 stagioni NBA collezionando 7.492 punti, 2.456 assist, 3.139 rimbalzi e con un soprannome tutto sommato positivo come “Mr. Everything” (mister “di tutto”) è legato soprattutto a un’azione che non ha compiuto ma di cui è stato forse bersaglio prefigurato e sicuramente inevitabile fautore?
Continua […]
La versione di Craig – La Giornata Tipo – 7 maggio 2020