Non dimenticare Héctor German Oesterheld

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Héctor German Oesterheld

Per non dimenticare Héctor German Oesterheld che a distanza di trent’anni dalla sua scomparsa ancora nessuno conosce la verità. Per non dimenticare che più di 20000 persone si sono volatilizzate nel nulla. Per non dimenticare che il fumetto non è solo fantasia, svago e divertimento.

< I > Héctor German Oesterheld scomparve il 21 aprile 1977 e solo due mesi dopo la moglie ne denunciò la scomparsa all’ambasciata tedesca di Buenos Aires; all’interminabile lista dei desaparecidos si aggiunsero, assieme al suo, anche i nomi delle loro quattro figlie.

Ma vent’anni prima qualcosa era già nell’aria. Una personalità attenta e sensibile come Oesterheld forse già vagamente intuiva ciò che l’intera America Latina stava vivendo e quanto avrebbe sofferto. Pinochet e Allende in Cile, il generale Lonardi e Peron in Argentina, due casi soltanto, ma l’acme delle tragedie messe a punto per un unico scopo: il potere, la dittatura.

Los Eternautas

Tutto ebbe inizio il 4 settembre del 1957: quel giorno fu pubblicato la prima puntata della serie a fumetti, o le “Historietas” come vengono chiamati in Argentina, intitolata “Los Eternautas” sulla rivista “Hora cero semanal”. Alla sceneggiatura c’era Oesterheld, già affermato scrittore che aveva collaborato anche con Hugo Pratt (creando il famoso Sergente Kirk, forse il primo tentativo di western con un ottica orientata dalla parte degli indiani) e che aveva fondato la casa editrice “Editorial Frontera”; ai disegni un giovane e interessante Francisco Solano Lopez. Dal loro incontro nacque la serie di fantascienza forse più popolare nel mondo che portò il fumetto ad affrancarsi come espressione artistica indipendente. Nell’introduzione alla rivista infatti, Oesterheld tracciò una breve e intensa apologia della nona arte, che collocava il fumetto su un livello superiore rispetto a quello di semplice intrattenimento.

< I > Nei successivi due anni, settimanalmente, l’appuntamento fisso era con le avventure di Juan Galvez, il vagabondo dell’infinito, e i suoi compagni, impegnati nella lotta contro l’invasione aliena della Terra. Troppo semplicistica è la definizione di “fumetto di fantascienza”, fin dal primo momento infatti, ci si rese subito conto che si trattava di ben altro. Un romanzo disegnato, ricco di colpi di scena, che anticipava in maniera disarmante la realtà argentina che si sarebbe realizzata. Tutte le ombre, i presagi e il forte pessimismo diffuso lungo tutta l’opera, si manifestarono non solo attraverso i testi ma anche grazie ai disegni di Solano, che amplificarono la narrazione aggiungendo dettagli espressivi molto interessanti. Basta solo vedere questa vignetta per rendersi conto di tutto ciò. L’ottimismo certo non traspare dall’espressione del volto e mal si lega a ciò che dice: “tra un paio d’ore saremo in salvo e tutto sarà diverso”.

L’incipit

Affascinante è però anche l’incipit del fumetto: l’espediente introduttivo vede la repentina comparsa del protagonista nella stanza di uno sceneggiatore di fumetti, tale German O. (!!!), e sarà proprio l’enigmatico viaggiatore che racconterà l’intera storia al particolare uditore.

< I > Lo sconvolgimento degli affetti familiari e il conseguente tentativo di ripristinare la rassicurante tranquillità è l’aspetto forse più angosciante di tutto ciò. Tutta la trama è mossa proprio da tale motore, la ricerca di Juan Galvez della moglie Helena e della figlia Martita, e proprio questo è l’aspetto che rende più evidente il collegamento fra quest’opera (di fantasia?) e la futura realtà argentina. Persone normali trasformati in eroi, o vittime, uomini inermi trasformati in riluttanti valorosi proprio perché spinti a reagire contro una forza oscura e onnipresente, che tanto ricorda la dittatura. Il messaggio rimane chiaro dall’inizio alla fine e si basa proprio su quell’impegno civile delle persone contro il potere (alieno o terreno che sia). La familiarità devastata riecheggia in questo modo soprattutto all’inizio della narrazione. La famosa nevicata radioattiva che da inizio all’invasione avviene infatti proprio durante una partita a carte dei protagonisti. Così inizia l’avventura.

< I > Per non dimenticare German Héctor Oesterheld (1919, ?)

 

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